Logo Consom
2

La beata suor Maria Raffaella


PHOTOGALLERY - Clicca sulle miniature per ingrandire

La beata suor Maria Raffella
La beata suor Maria Raffella
La beata suor Maria Raffella
La beata suor Maria Raffella
La beata suor Maria Raffaella

La beata suor Maria Raffaella - al secolo Santina - Cimatti - è nata a Celle di Faenza, in provincia di Ravenna, Italia, il 6 giugno 1861.
E fu proprio questa ridente cittadina della Romagna, dove "le sensazioni e le esperienze quotidiane ebbero il colore variopinto dei campi, nonchè il sapore delle zolle profumate", che vide in Santina crescere e maturare, lentamente, ma fermamente, la sua vocazione religiosa.
I genitori, Giacomo Cimatti e Rosa Pasi, di umile estrazione (lui era bracciante agricolo e lei tessitrice) ebbero, in seguito, altri cinque figli, tre dei quali (Domenico, Paolo ed Antonio) morirono in tenera età, mentre gli altri due abbracciarono la vita religiosa: Luigi diverrà coadiutore salesiano svolgendo il suo apostolato in Perù, dove è morto in concetto di santità; Vincenzo fu il fondatore delle opere salesiane in Giappone ed è morto anch'egli in concetto di santità.Nel 1882 morì il padre e Santina, dovendo la madre preoccuparsi del sostentamento della famiglia, divenne l'educatrice dei fratelli, oltre ad essere già, nella sua parrocchia, catechista da diversi anni. Il suo parroco, vedendo la spiccata intelligenza e disposizione della bimba, aveva ritenuto di farle conferire il sacramento della cresima all'età di 7 anni. La giovane si sentiva da tempo attratta per la vita religiosa, ma doveva attendere: c'erano la mamma ed i fratelli con cui doveva collaborare. E, in questa attesa, la incoraggiava don Romualdo Mazzotti:"il tuo cuore appartiene già a Dio ed il Suo a te. Verrà il giorno in cui, superate le attuali difficoltà, potrai finalmente dedicarti solo a Lui".
I due fratelli, però, dopo aver conosciuto personalmente don Bosco, furono talmente entusiasti della nascente Congregazione da lui fondata che decisero di farvi parte. Rimaneva la mamma, ormai anziana, stanca e bisognosa di aiuto. Come poteva Santina seguire la sua aspirazione a "farsi suora"? Non poteva certamente abbandonare la mamma. Ma fu proprio don Romualdo che si offrì di ospitare la mamma della beata nella canonica, rendendo, così, Santina libera di poter percorrere la sua strada che il 4 novembre 1889 si intersecò con quella delle Suore Ospedaliere della Misericordia che, allora, avevano la Casa Madre nell'Ospedale "S.Giovanni" (un tempo chiamato "ad Sancta Sanctorum"), in Roma.
A Faenza si era dedicata all'apostolato giovanile; a Roma, dal 20 novembre del 1889, data di ufficiale accettazione nella Congregazione, si prodigò al servizio dei malati. La vita in ospedale, a contatto con persone di ogni età, sofferenti non solo nel corpo, ma anche nello spirito, fece maturare Santina e le consentì di effondere, verso quei fratelli e quelle sorelle provati dal dolore, tutta la generosità, l'amore, la dedizione di cui era capace. Fu un anno intenso di esperienze sia accanto agli ammalati che in altri settori dell'assistenza, in ognuno dei quali non trovò la minima difficoltà. La buona salute di cui godeva e la vita povera e difficile fatta sino ad allora, l'avevano precocemente iniziata al nuovo genere di vita religiosa e ospedaliera.Ammessa alla vestizione l'8 dicembre del 1890, prese il nome di suor Maria Raffaella ed esattamente un anno dopo emise la prima professione religiosa pronunciando, in aggiunta ai voti tradizionali di povertà, castità ed obbedienza, il quarto, caratteristico della Congregazione, di ospitalità.
Nel 1905 emise la professione perpetua; nel 1921 era Superiora della casa di Frosinone e nel 1928 Superiora della Casa di Alatri. Era "madre, sorella, amica, consigliera, sempre pronta e disponibile:modello esemplare di ogni virtù". Amabile, allegra e cordiale dimostrava che l'ospedale non è solo il luogo dove si soffre e si muore, ma è anche un ambiente dove si possono esercitare le più squisite virtù umane e soprannaturali. Aveva compreso che "l'ospedale, per le religiose ospedaliere, è un campo di battaglia, in cui si deve saper lottare con grande amore".Nel 1940, giunta ormai al 50° del suo ingresso in Congregazione, si dimise dall'ufficio di Superiora volendo rimanere nella Comunità di Alatri come semplice suora, al servizio delle consorelle, degli ammalati, del personale ospedaliero e di quanti frequentavano l'ospedale, lasciando largo spazio alla preghiera e all'adorazione eucaristica. Era in pieno svolgimento la seconda Guerra mondiale quando, nel 1944 gli alleati spingevano i tedeschi in ritirata.Erano giorni terribili e molti i feriti che dovevano essere curati. E suor Raffaella, nonostante i suoi 80 anni d'età e la salute malferma, si prodigava moltissimo.
Ormai curva e stanca, ma solerte e premurosa, si portava di letto in letto, dedicandosi con competenza ma, soprattutto, con amore ai feriti che la invocavano col nome di "mamma", mentre sulla bocca di tutti si trovava l'affermazione che la definiva "Angelo dei malati".
Al diffondersi della notizia che un possibile bombardamento poteva essere effettuato su Alatri per impedire l'avanzata degli alleati, intervenne, presso le truppe tedesche di stanza nella stessa cittadina, per evitare tale bombardamento e ottenendo, da parte del generale Kesselring, il cambiamento del piano strategico. Il 23 giugno 1945 suor Maria Raffaella morì piamente lasciando un ricordo di vivissima santità congiuntamente a quello sul come aveva interpretato sia le virtù eroiche che quelle evangeliche.
Queste memorie, aumentando di anno in anno, portarono a celebrare, dal 6 giugno 1962 al dicembre 1967, in Alatri, il Processo Ordinario sulla fama di santità e le virtù in genere, mentre il Processo Rogatoriale venne celebrato a Faenza, dal febbraio al giugno del 1967.Dal novembre 1988 al maggio 1989, venne celebrato in Alatri l'ulteriore Processo sulla guarigione del giovane Loreto Arduini da grave “encefalite virale, convulsioni generalizzate, insufficienza respiratoria, con grave crisi psico-motoria irreversibile”, processo che è stato riconosciuto valido nel 1993 e che ha portato,come già scritto, il 15 dicembre 1994, alla promulgazione del decreto della Congregazione delle Cause dei Santi sulla beatificazione di suor Maria Raffaella Cimatti.

Beata Maria Raffaella Cimatti, prega per noi!

torna su